Symptom of the universe – Black Sabbath

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“Conducimi attraverso i secoli, verso anni supersonici”

La frase che apre la canzone Symptom of the universe della rock band inglese Black Sabbath non vuol dire assolutamente nulla!

Eppure…

Eppure la band regina dell’occulto, i Black Sabbath  nel loro sesto album Sabotage (1975) dedica ben due canzoni a temi più o meno scientifici (più pecisamente astronomici): Symptom of the Universe e Hole in the sky inserendo nei testi alcune intuizioni geniali.

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Queste due tracce di Sabotage , grazie al loro originario stile heavy metal, diventano canzoni di culto dei fans, mentre il resto dell’album viene accolto freddamente: Sabotage  segna infatti la svolta musicale del gruppo sempre più legato ad effetti elettronici e psichedelici.

Nel testo di Symptom of the universe troviamo riferimenti visionari alla cosmogonia e alla mitologia ispirati da un sogno fatto dal bassista Geezler Butler.

Al di là delle immagini sconnesse è rilevante  l’associazione nel nostro satellite all’idea di Madre, un’identificazione che trae le sue origini in antichissime mitologie; la Luna nasce infatti come divinità femmiile sulle coste del Mediterraneo e con le fasi di nascita, crescita e morte viene associata alla Grande Madre che presiede il perenne ciclo di vita-morte-vita.

Non a caso il nome del dio frigio associato alla Luna è Mene, nome che  contiene  la radice indoeuropea -me (che troviamo ad esempio un po’ “sporcato” nella parola “Moon”)  che significa misura, computo ed è la stessa che ritroviamo nella parole mensis, mentruus:  la  ciclicità della Luna aveva infatti l’ indispensabile funzione di arcaico calendario mensile.

Ecco come si presenta la Luna a Lucio nelle Metamorfosi di Apuleio:

“[…] eccomi qui, Lucio, mossa dalle tue preghiere, io ,

la genitrice del mondo naturale,

la signora di tutti gli elementi,

l’origine prima delle generazioni,

la somma delle divinità,

la regina dei mani,

il volto unico degli dei e delle dee […]”

Lucio Apuleio, II sec d.C.

Oggi sappaimo che sebbene non sia la Luna origine della vita, il nostro satellite ha avuto un ruolo fondamentale per il suo sviluppo: la sua presenza ha infatti permesso di mantenere stabile l’asse terrestre evitando stravolgimenti e shock termici (avvenuti ad esempio su Marte) che non avrebbero consentito l’evoluzione per come oggi la conosciamo.

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Notevole è anche il riferimento nell’album Sabotage al buco nel cielo – Hole in the sky proprio negli anni (la canzone è del 1975) in cui viene trovata la prima prova empirica dell’esistenza dei buchi neri: nel 1974 la comunità scientifica riconosce in Cignus X-1 una sorgente a raggi X nella costellazione del Cigno per la prima volta nella storia un buco nero stellare.

Che sia un caso o no ai Black Sabbath viene addirittura in mente che questo buco nel cielo sia anche (lo leggiamo nel loro testo) una “finestra del tempo” … Non so cosa loro avessero in mente ma l’idea di uno stavolgimento spazio-temporale è la base della teoria dei buchi neri.

Come al solito il rock ha la vista lunga!

SYMPTOM OF THE UNIVERSE:

Take me through the centuries to supersonic years
Electrifying enemy is drowning in his tears
All I have to give you is a love that never dies
The symptom of the universe is written in your eyes

Mother moon she’s calling me back to her silver womb
Father of creation takes me from my stolen tomb
Seventh advent unicorn is waiting in the skies
A symptom of the universe, a love that never dies

Take my hand my child of love come step inside my tears
Swim the magic ocean I’ve been crying all these years
With our love we’ll ride away into eternal skies
A symptom of the universe, a love that never dies

Woman child of love’s creation, come and step inside my dreams
In your eyes I see no sadness, you are all that loving means
Take my hand and we’ll go riding through the sunshine from above
We’ll find happiness together in the summer skies of love

SINTOMO DELL’UNIVERSO

Conducimi attraverso i secoli,verso anni supersonici

Il nemico elettrificante, sta affogando nelle sue lacrime

Tutto ciò che ho da dartiè un amore che non muore mai

Il sintomo dell’universoè scritto nei tuoi occhi

La madre luna mi sta richiamando al suo ventre argentato

Il padre della creazione toglimi dalla mia tomba rubata

La settima notte l’unicorno sta aspettando nei cieli

Un sintomo dell’universo, un amore che non muore mai

Prendimi la mano, mio bambino dell’amore, sali dentro le mie lacrime

Nuota per l’oceano magico Ho pianto per tutti questi anni

Quando il nostro amore cavalcherà nei cieli eterni

Un sintomo dell’universo, un amore che non muore mai

Oh, figlio mio dell’amore per la creazione, vieni e sali dentro i miei sogni

nei tuoi occhi no vedo nessuna cattiveria, tu sei tutto ciò che significa amare

Prendimi la mano ed andremo cavalcando attraverso la luce del sole da lassù

Insieme troveremo la felicità nei cieli estivi dell’amore

Black Hole Sun – Soundgarden

Nell’estate del 1994  il panorama rock stava cercando ancora di metabolizzare il suicidio di Kurt Cobain (5 aprile 1994).

La band americana Soundgarden pubblica nel marzo 1994 il quarto album Superunknown al cui interno è il singolo Black hole sun, lanciato nel maggio 1994 e rimasto al numero uno della Mainstream Rock chart per sette settimane.

Chris Cornell, frontman del gruppo, dichiara di aver scritto la canzone in 15 minuti e riguardo al testo dice: “It’s just sort of a surreal dreamscape, a weird, play-with-the-title kind of song.

The chorus lyric is kind of beautiful and easy to remember. Other than that, I sure didn’t have an understanding of it after I wrote it. I was just sucked in by the music and I was painting a picture with the lyrics. There was no real idea to get across.

‘Black Hole Sun’ is sad. But because the melody is really pretty, everyone thinks it’s almost chipper, which is ridiculous.”

***

Dalla prima formulazione ad oggi i buchi neri hanno affascinato e incuriosito milioni di persone per le loro caratteristiche esotiche e misteriose.

“Un buco nero è un corpo celeste la cui forza di gravità è così intensa che nulla può sfuggirgli, nemmeno la luce” (J. Wheeler, 1967)

La prima ipotesi dell’esistenza di buchi neri venne formulata dal reverendo John Mitchell nel 1783. La conferma sperimentale è arrivata solo nel 1975.

Oggi sappiamo che  i buchi neri non sono che il residuo di stelle massicce giunte alla fine del ciclo di combustione; esistono anche buchi neri super massicci  (di milioni o miliardi di volte la massa del Sole)  che si trovano al centro delle galassie e di cui  non è ancora ben nota l’origine.

Ciononostante, benchè siano gli oggetti celesti più energetici ed esotici dell’universo non rappresentano una minaccia per la Terra.

Per prima cosa il Sole non potrà mai diventare un buco nero: per farlo doverbbe avere una massa almeno un decina di volte superiore; in secondo luogo se anche avesse una massa 10 volte maggiore, il suo raggio di azione sarebbe di circa 30 km. La Terra si trova ad una distanza dal Sole di 150 milioni di km. Decisamente fuori pericolo!

Il video dei Soundgarden sfrutta perfettamente l’immaginario apocalittico e surreale legato al concetto di buco nero: un ridente sobborgo cittadino e i suoi abitanti vengono divorati e inghittiti da un buco nero.

BLACK HOLE SUN

In my eyes indisposed
In disguise as no one knows
Hides the face , Lies the snake
The sun In my disgrace
Boiling heat, Summer stanch
‘Neath the black. The sky looks dead
Call my name Through the cream
And I’ll hear you Scream again
Black hole sun
Won’t you come
And wash away the rain Black hole sun
Won’t you come
Won’t you come
Stuttering, Cold and damp
Steal the warm wind Tired friend
Times are gone For honest men
And sometimes Far too long
For snakes In my shoes
A walking sleep And my youth
I pray to keep Heaven send
Hell away No one sings
Like you Anymore
Black hole sun
Won’t you come
And wash away the rain
Black hole sun
Won’t you come
Won’t you come
Black hole sun
Won’t you come
And wash away the rain
Black hole sun
Won’t you come
Won’t you come
Hang my head Drown my fear
Till you all just Disappear
Black hole sun
Won’t you come
And wash away the rain
Black hole sun
Won’t you come
Won’t you come
Black hole sun
Won’t you come
And wash away the rain
Black hole sun
Won’t you come
Won’t you come

 
Nel 1999 gli Skunk Anansie resero omaggio a Black Hole sun con il video di Lately