2+2=5 – Radiohead

“Se proprio si ha da lodar tutto, anche il due per due cinque,

a volte è una cosuccia graziosissima”

F.Dostoevskij, 1864

 

Che due più due possa, delle volte, far cinque non è certo una novità

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russellVe n’è traccia nella feroce critica di Victor Hugo del 1852 alla presa di potere da parte di Napoleone III, in una lettera del 1871 del drammaturgo norvegese Ibsen  al critico George Brandes, nelle Memorie del sottosuolo di Dostoevskij, 1864, nella raccolta di racconti umoristici di Alphonse Allais del 1895,  o in una lettera di Nietzche a sua sorella…

Il logico matemaico Bertrand Russell è persino riuscito a dimostrare che se 2+2=5, lui è  il Papa.

Il punto è qui:

“In filosofia, nella religione, nell’etica o nella politica, poteva anche accadere che due più due facesse cinque, ma quando si trattava di progettare un fucile o un aeroplano, due più due doveva fare quattro

1984_george_orwellQuesta illuminate frase compare nel  libro che più di ogni altri ha fatto del 2+2=5 un paradigma di controllo: 1984 di Geoge Orwell.

Checchè se ne voglia discutere 2+2=4 è una certezza e negarlo significa mettere in discussione tutto; e così nel capolavoro distopico di Orwell controllando una banale somma, il Grande Fratello controlla passato, presente e futuro, azioni, sentimenti e pensieri: il Grande Fratello  cancella o modifica  la Verità.

Una verità, quella del 2+2=4, che non è banalmente matematica: è un’intuizione che ci permette da centinaia di migliaia di anni di distinguere il concetto di nessuno, uno e molti

Esiste (nonostante l’intuitività) una definizione matematica per il concetto di numero naturale (numeri interi non negativi) che si basa sulla teoria degli insiemi:

Un numero naturale è definito come una classe di insiemi aventi  la stessa cardinalità (ossia lo stesso numero di elementi): tra due insiemi aventi lo stesso numero di elementi si può stabilire una corrispondenza biunivoca (cioè 1 a 1).

E , per farla breve, la cardinalità del “gruppo rock artisticamente più rilevante dai tempi dei Beatles” (Alex Ross) è 5.

radiohead

Si parla dei Radiohead: cinque ex compagni di scuola con competenze che spaziano dalla letteratura inglese,  alle belle arti, all’economia, in grado di assorbire qualsisi tipo di suggestione e contaminazine, digerirla e trasformarla in suono e idea. “Quello che facciamo è pura evasione” dichiara Phil  Selway, batterista del gruppo.

“Le conversazioni tra loro sono un caos intelligente che salta da temi alti a bassi e ritorno.”  dichiara Alex Ross in Senti questo, 2011.

Nessuno come loro è stato in grado di rappresentare in musica “il disagio esistenziale di fine millennio” (Ondarock).

E così tra androidi depressi, perdenti e disadattati i Radiohead si ritrovano a cavalcare l’onda del rinnovamento e vincere la sfida dei nuovi mezzi di comunicazione.

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Infatti, mentre artisti e discografici gridano allo scandalo per fenomeni come Napster prima e ITunes poi,  la loro voce si alza fuori dal coro: nel 2007 i Radiohead mettono a disposizione su internet il loro ultimo album In Rainbow ad un prezzo a scelta dell’acquirente (anche gratis) e realizzano solo in un secondo momento la versione in cd; nell’ottobre 2008 i Radiohead dichiarano di aver venduto tre milioni di copie del cd con buona pace di Thom Yorke il cui principale guadagno è la libertà dalle logiche di mercato delle major (http://www.rollingstone.com/music/news/radiohead-publishers-reveal-in-rainbows-numbers-20081015).

Attingendo a qualcunque campo dello scibile umano i Radiohead sfruttano commistioni con la scienza, la tecnologia, arte, storia, politica e letteratura; e proprio dalla letteratura, da 1984 di Geoge Orwell, nasce 2+2=5, singolo di apertura di Hail to the thief pubblicato nel 2003 (il titolo dell’album potrebbe contentere una denuncia alle controverse elezioni vinte da Bush nel 2000).

Radiohead,_2+2=5_(Gastón_Viñas)

In un mondo in cui la propria coscienza è sottomessa  a dettami prestabiliti e viene costantemente controllata dalla Psicopolizia, 2+2=5 diviene  metafora del Bipensiero ossia della resa ad un meccanismo che consente di credere con genuina convinzine a un’ idea  e al suo esatto contrario dimenticando, di volta in volta, l’esistenza stessa del contrario.

Sottotitolo del singolo è The lukewarm, il tiepido, un riferimeno agli ignavi della Divina Commedia; dichiara Tom Yorke «Loro [gli ignavi] non hanno fatto nulla di sbagliato, semplicemente non hanno fatto niente di niente. E così lui [Dante] li giudica e li mette lì, e questo penso sia in effetti un ottimo modo di spiegare il concetto di 2 + 2 = 5»

2+2=5 – Radiohead

 

Are you such a dreamer
To put the world to rights
I’ll stay home forever
Where two and two always makes a five
I’ll lay down the tracks
Sandbag and hide
January has April showers
And two and two always makes a five
It’s the devil’s way now
There is no way out
You can scream and you can shout
It is too late now
Because you’re not there
Payin’ attention
Payin’ attention
Payin’ attention
Payin’ attention
yeah I feel it, I needed attention
Payin’ attention
Payin’ attention
Payin’ attention
Yeah I need it, I needed attention
I needed attention
I needed attention
I needed attention
Yeah I love it, the attention
Payin’ attention
Payin’ attention
Payin’ attention
Soon oh
I try to sing along
But the music’s all wrong
Cos I’m not
Cos I’m not
I’ll swallow up flies?
But like flies the bugs keep coming back
But I’m not
Oh hail to the thief
Oh hail to the thief
But I’m not
But I’m not
But I’m not
But I’m not
Don’t question my authority or put me in the box
Cos I’m not
Cos I’m not
Oh go up to the king, and the sky is falling in
But it’s not
But it’s not
Maybe not
Maybe not

 

Sei un tale sognatore
Da voler mettere a posto il mondo?
Io resterò per sempre a casa
Dove due più due fa sempre cinque
Giacerò lungo linee già tracciate
Mi mimetizzerò
Gennaio ha piogge d’aprile
E due più due fa sempre cinque
E’ il regno del diavolo, ora
Non c’è via d’uscita
Puoi urlare e puoi gridare
E’ troppo tardi, ormai
Perché
Non hai prestato attenzione
Prestato attenzione
Prestato attenzione
Prestato attenzione
Non hai prestato attenzione
Prestato attenzione
Prestato attenzione
Prestato attenzione
Non hai prestato attenzione
Prestato attenzione
Prestato attenzione
Prestato attenzione
Non hai prestato attenzione
Prestato attenzione
Prestato attenzione
Prestato attenzione
Cerco di cantare ma sbaglio tutto
Perché non sono capace
Perché non sono capace
Li schiaccio come mosche
Ma come le mosche, tornano a perseguitarmi
Perché non sono capace
Perché non sono capace
Tutti salutano il ladro
Tutti salutano il ladro
Ma io non lo sono!
Ma io non lo sono
Ma io non lo sono
Ma io non lo sono
Non mettere in dubbio la mia autorità, non mettermi sul banco degli imputati
Perché non lo sono
Perché non lo sono
Va’ dal re a dirgli che il cielo sta crollando
Quando non è vero
Quando non è vero
Quando non è vero
Quando non è vero
Forse no
Forse no

 

 

2000 Man – Rolling Stones

 

Hill Valley, California.

Marty McFly entra in un bar alla disperata ricerca di una cabina telefonica.

Barista: “Ragazzo che ne diresti di ordinare qualcosa?

McFly: “Ok..Dammi una Fanta…”

Barista: “Un fanta che? Vuoi della fantascienza da bere?”

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E’ il 6 novembre 1955, la Fanta non esiste ma la fantascienza si, eccome! Nessuno ne è immune!

La fantascienza ha  – da sempre – l’affascinante e insostituibile compito di esplorare e immaginare l’impatto che le scoperte scientifiche e tecnologiche possono avere sulla società e sull’individuo; per prevenire i problemi futuri, affrontare sotto  mentite spoglie i problemi attuali o per puro, semplice e indispensabile divertimento.

Amazing_stories_192809Se la prima opera di fantascienza appare già nel II secolo d.C con il romanzo “La storia vera” di Luciano, la sua nascita è fissata all’aprile 1926 con l’uscita negli Stati Uniti della prima rivista di fantascienza Amazing Stories, una rivista che secondo l’editore Hugo Gernsback avrebbe dovuto raccogliere “quel tipo di storie scritte da Jules Verne, H.G. Wells ed Edgar Allan Poe, in cui si mescolino fatti scientifici e visioni profetiche”

Passando attraverso la meraviglia per il progresso degli anni ’40 , i risvolti sociali degli anni ’50 e la new wave anni ’60 la fantascienza invade tutti i mass media diventando un genere di successo nei fumetti, cinema, letteratura, televisione e musica.

 

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Nel 1964 Isaac Asimov visita il New York World’s Fair e prova ad immaginare la stessa fiera 50 anni dopo : nel 2014.

Nero su bianco, tra le pagine del New Work Times  del 16 agosto 1964 Asimov afferma che nel 2014 la comunicazione non sarà più solo sonora ma anche e, soprattutto, visiva, esisteranno pannelli “elettroluminescenti” che cambieranno colore premendo un bottone, vetri in grado di opacizzarsi automaticamente,  elettrodomestici in grado di preparare il caffè per l’indomani mattina  e veicoli guidati da un cervello computerizzato ; che altro? ah si… che la popolazione mondiale avrebbe raggiunto i 6 miliardi e mezzo di persone…

Certo non abbiamo colonie  sulla Luna, non abbiamo convertito i deserti dell’Arizona  e del Kazakistan a immense distese si pannelli solari, non abbiamo (ancora) treni e autobus volanti e non siamo (forse) distrutti dalla noia…

Quello di Asimov tutto sommato era un gioco; ma giocando, si sa, si rischia anche di imparare…

Ed ecco allora che anche Il Gruppo Rock per eccellenza, i Rolling Stones lanciano qualche provocazione…

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Nel 1967, nell’invasione della psichedelia britannica (iniziata dalle sonorità beatlesiane di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band) I Rolling Stones pubblicano  “Between the buttons” e “Their Satanic Majesties request“.

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rolling_stones2Jagger risponde così al mito dei guru indiani e dei santoni che in quegli anni è tanto di moda dichiarando in realtà che “Their satanic Majesties request” è un disco pieno di robaccia: “Avevamo avuto troppo tempo a disposizione, troppe droghe…”; tuttavia questo album poco appezzato dal pubblico e dalla critiche contiene due perle nere: 2000 light years from home”, un viaggio spaziale  verso la desolazione (tema ripreso l’anno successivo da  Kubrick in  “2001: Odissea nello spazio”) e  la visionaria “2000 Man”.

E se pensate che possa essere una trasgressione dei tempi attuali avere una “storia” (s)oggetti della realtà virtuale (vedi Lei di  Spike Jonze) sappiate che Mick Jagger l’ha gia fatto, circa 47 anni fa…

Ascoltare per credere…

2000 Man

 

Well, my name it is a number
It’s on a piece of plastic film
And I’ve been growin’ funny flowers
Outside on my little window sill

And don’t you know I’m a 2,000 man
And my kids, they just don’t understand me at all

You know, my wife still respects me
Even though I really misuse her
I am having an affair
With the Random computer

But don’t you know I’m a 2,000 man
And my kids, they just don’t understand me at all

Oh daddy, proud of your planet
Oh mommy, proud of your sun
Oh daddy, proud of your planet
Oh mommy. proud of your sun
Oh daddy, your brain’s still flashin’
Like they did when you were young
Or did they come down crashin’
Seeing all the things you’d done
Spacin’ out and havin’ fun

Oh daddy, proud of your planet
Oh mommy. proud of your sun
Oh daddy, proud of your planet
Oh mommy. proud of your sun

Oh daddy, your brain’s still flashin’
Like they did when you were young
Or did they come down crashin’
Seeing all the things you’d done
Spacin’ out and havin’ fun

But, don’t you know I’m a 2,000 man
And my kids, they just don’t understand me at all
But don’t you know I’m a 2,000 man
And my kids, they just don’t understand me at all
Understand me, u-understand me, u-understand me, now understand me
But don’t you know I’m a 2,000 man
And my kids, they just don’t understand me at all
But don’t you know I’m a 2,000 man
And my kids, they just don’t understand me at all
I’m a 2,000 man, I’m a 2,000 man
I’m a 2,000 man, I’m a 2,000 man, yeah, 2,000

 

Uomo del 2000
Il mio nome è un numero,
un pezzo di celluloide
E coltivo minuscoli fiori
sul davanzale della mia finestrina
Non sai che sono
l’uomo del 2000
E i miei ragazzi ,
proprio non mi capiscono
Anche se mia moglie ancora mi rispetta,
non ne faccio davvero buon uso
Ho una storia
con un computer a caso
Non sai che sono
l’uomo del 2000
E i miei ragazzi
proprio non mi capiscono
Oh papà, sii orgoglioso del tuo pianeta
Oh mamma sii fiera del tuo sole
Oh papà sii orgoglioso del tuo pianeta
Oh mamma si fiera del tuo sole
Oh papà il tuo cervello è ancora lampeggiante
Come quando eri giovane?
O crolli giù rovinosamente
Guardando tutte le cose che hai fatto?
Oh, è una grande messa in scena
Oh papà sii fiero del tuo pianeta
Oh mamma sii fiera del tuo sole
Oh papà sii fiero del tuo pianeta
Oh mamma sii fiera del tuo sole
Non sai che sono
l’uomo del 2000
E i miei ragazzi
proprio non mi capiscono

P.S. per il presente post si ringrazia sentitamente mister Diego Tiziani per tutte le connessioni che è riuscito a trovare – anche a sua insaputa!

Strawberry Fields Forever – The Beatles

800px-StrawberryfieldgateMentre John Lennon  gioca con i suoi compagni  nel giardino dell’orfanotrofio “Strawberry Field” non immagina certo che a qualche migliaio di chilometri di distanza degli uomini in camice bianco stiano preparando la strada del  suo successo.

studio_fonologia_rai Sono i ricercatori del Columbia-Princeton Electronic Music Center (fondato 1950 presso la Columbia University), dello Studio for Electronic Music di Colonia (nato nel 1953 presso gli studi radiofonici della Nordwestdeutsche Rundfunk -NWDR) e dello Studio di Fonologia Musicale di Milano della RAI aperto nel 1955.

E’ in questi tre laboratori  che fisici, tecnici ed artisti studiano nuovi modi di fare musica sfruttando le prodigiose  innovazioni introdotte dall’elettricità.

Teleharmonium1897 I primi strumenti in grado di produrre artificialmente dei suoni con l’elettricità, (altrimenti detti sintetizzatori) compaiono già dai primi anni del XX secolo: è il caso del Telharmonium , una sorta gigantesco organo/armadio con svariate tastiere messo a punto da Thaddeus Cahill  (tra il 1898 e il 1912) le cui enormi dimensioni ne bloccano la diffusione, del Theremin, dal nome dell’inventore Leon Theremin (tra il 1919 e il 1920), dell’Onde Martenot messo a punto dall’omonimo Maurice Martenot nel 1928 o dei più moderni organi Hammond e Novachord (1939-1942) realizzati da Laurens Hammond.

Tuttavia, fino agli anni ’50, la musica che utilizza strumenti elettromeccanici rimane appannaggio delle università o centri di studio affiliati a radio o televisioni: il costo delle apparecchiature non ne consente infatti una distribuzione a larga scala; magnetofoni, giradischi, filtri, Onde Martenot e oscillatori sono strumenti a disposizione dei soli privilegiati compositori d’avanguardia.

101-0120x_IMGA cambiare le carte in tavola è però il Mellotron, uno strumento elettromeccanico  sviluppato e costruito a Birmingham, in Inghilterra nel 1963; a metà strada tra un sintetizzatore e un campionatore (uno strumento in grado di acquisire ”campioni audio” per poi riprodurli), il Mellotron, è uno strumento musicale a tastiera in grado di riprodurre la musica di alcuni suoni naturali (o di altri strumenti) preregistrati; uno strumento prodigioso e quasi accessibile che fa innamorare illustri personaggi: la principessa Margaret, Peter Sellers, Ron Hubbard (fondatore di Scientology) e il re Hussein di Giordania.

Tra il 1963 e 1964 la BBC lo sperimenta e nel 1965 Graham Bons lo utilizza per la prima volta in una canzone rock : “Baby can it be true”; è poi la volta poi dei Moody blues  che ne acquistano uno di seconda mano  dal Fort Dunlop Working men’s club di Birmingham e lo sfruttano in modo intensivo dall’album” Days of future passed” del 1967 a “Octave” del 1978.

E’ Mike Pinder tastierista e fondatore dei Moody Blues a introdurre John Lennon e Paul Mc Cartney all’utilizzo del Mellotron.

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Il 24 novembre 1966 nello studio 2 di Abbey Road, Lennon, accompagnato dalla sua chitarra acustica fa ascoltare agli altri Beatles una nuova canzone da lui composta qualche mese prima. I Fab Four imbracciano gli strumenti  e registrano al primo take: Lennon alla chitarra, Starr alla batteria, Harrison alla chitarra elettrica  e McCartney al Mellotron.

Seguono giorni di arrangiamenti, tagli, aggiunte, velocizzazioni del nastro e fusioni di diverse versioni; quello che  il 13 febbraio 1967 esce dai laboratori di questi artigiani del rock cambierà profondamente la storia della musica: è Strawberry Fields Forever, la canzone che dà la svolta alle sonorità della muscia rock e fa naufragare l’idea del – mai pubblicato – album SMILE dei Beach Boys, bruciati sul tempo nella produzione del sound che stavano a lungo cercando.

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Tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70 sono in molti ad avvalersi del Mellotron oltre ai Beatles:  Genesis (Watcher of the skies), Yes, Rolling Stones, Pink Floyd, Led Zeppelin, King Crimson, Jethro Tull, Deep Purple, Aerosmith e David Bowie.

Oggi il Mellotron, dopo decenni di oblio, è oggetto di recupero nelle sonorità di alcuni gruppi rock tra cui  Smashing Pumpkins, Red Hot Chili Peppers, Oasis, U2, Linking Park e Muse.

Ecco Strawberry Fields Forever; la rivoluzione del Mellotron è quel  suono che compare fin dalle prime battute:

Let me take you down, ‘cause I’m going to
Strawberry fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry fields forever

Living is easy with eyes closed
Misunderstanding all you see
It’s getting hard to be someone, but it all works out
It doesn’t matter much to me

Let me take you down, ‘cause I’m going to
Strawberry fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry fields forever

No one, I think, is in my tree
I mean, it must be high or low
That is, you can’t, you know, tune in, but it’s alright
That is, I think it’s not too bad

Let me take you down, ‘cause I’m going to
Strawberry fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry fields forever

Always, no, sometimes, think it’s me
But, you know, I know when it’s a dream
I think, er, no, I mean, er, yes, but it’s all wrong
That is, I think I disagree

Let me take you down, ‘cause I’m going to
Strawberry fields
Nothing is real
And nothing to get hung about
Strawberry fields forever
Strawberry fields forever
Strawberry fields forever

STRAWBERRY FIELDS PR SEMPRE

Lascia che ti accompagni
Perchè sto andando a Strawberry Fields
Niente è reale e non c’è niente per cui stare in attesa.
Strawberry Fields per sempre

Vivere ad occhi chiusi è facile
Fraintendendo ciò che vedi,
Sta diventando difficile essere qualcuno, ma si risolverà?
Non mi interessa molto

Lascia che ti porti con me
Perchè sto andando a Strawberry Fields
Niente di reale e niente per cui stare in attesa.
Strawberry Fields per sempre

Nessuno, penso, è nel mio albero
Intendo, deve essere alto o basso, sai non puoi metterti in sintonia ma va bene
Penso che non sia così male

Lascia che ti porti con me
Perchè sto andando a Strawberry Fields
Niente è reale e non c’è niente per cui stare in attesa.
Strawberry Fields per sempre

Sempre, non qualche volta, penso di essere proprio come sono
Ma tu sai che io so quando è un sogno,
penso di sapere che io intendo un ” sì ” ma è tutto sbagliato
Penso di non essere d’accordo

Lascia che ti porti con me
Perchè sto andando a Strawberry Fields
Niente è reale e non c’è niente per cui stare in attesa.
Strawberry Fields per sempre
Strawberry Fields per sempre

Altri testi su: http://www.angolotesti.it/J/testi_canzoni_john_lennon_1719/testo_canzone_strawberry_fields_forever_45275.html