A cosa servono le stelle?

“A cosa servono le stelle?”

L’astronomia tra ricerca scientifica e bellezza.

 – Conferenza di Ilaria Arosio –

E’ un banale e freddo pomeriggio invernale e un uomo, cogliendo l’occasione di avere un’astronoma davanti a sé,  decide di fare la meno banale delle domande:

“Mi scusi, hs-2004-10-a-webma a cosa servono le stelle?”

L’astronoma, stupita, riesce solo a rispondere:

“A tutto e a niente”.

Poi aggiunge: “Ci vorrebbe un’intera conferenza per rispondere a questa domanda”.

Perché questa domanda ne racchiude molte altre: a cosa servono le onde gravitazionali? Perché mandiamo una sonda nello spazio? O, più banalmente, perché ci emozioniamo davanti a un cielo stellato?

Le stelle ci hanno aiutato ad orientarci nel tempo e nello spazio, a gestire la semina e la raccolta, a navigare, a costruire case, ponti e ci hanno detto di cosa siamo fatti. Poi sul più bello, quando pensavamo di controllare la realtà, ci hanno insegnato che non avevamo capito nulla, che dovevamo ancora aprire le porte alla meccanica quantistica e alla relatività generale di Einstein.

sts61inspace_fullI nostri sforzi di comprensione della realtà ci hanno dato gli strumenti della nostra quotidianità: fotocamere negli smartphone, body scanner, pannelli solari, tomografia computerizzata, airbag… Tuttavia non è per questo che ci emozioniamo davanti ad un cielo stellato: sono la bellezza e il piacere della scoperta  a farci alzare lo sguardo.

Insieme faremo un viaggio tra la ricerca scientifica, le sfide tecnologiche e la bellezza dell’astronomia e scopriremo che da migliaia di anni stiamo semplicemente obbedendo a un istinto primordiale: soddisfare la nostra innata curiosità.

Le stelle ci permettono ogni giorno di divertirci, di sfidarci, di giocare; ma giocando, si sa, si corre il rischio di imparare

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Un estratto della conferenza è disponibile in un articolo di Business Insider:

https://it.businessinsider.com/15-cose-che-non-avremmo-senza-la-ricerca-aerospaziale-da-sonni-profondi-ai-trapani-senza-fili-a-the-dark-side-of-the-moon-dei-pink-floyd/

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Vedi gli appuntamenti in programma della conferenza

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Ziggy played guitar

Io credo… Credo che alcuni nascano con un dono da fare all’umanità e li ringrazio commossa per non essersi risparmiati, per essersi donati fino alla fine e aver avuto il coraggio di illuminare la vita di milioni di persone. Grazie David.

Ziggy played guitar…

Space oddity

Life on mars

Altre forme di vita – Bluvertigo

E’ il 29 dicembre 1993 e tra un panettone e uno spumante Roberto O’Dell cattura al telescopio Hubble questa foto:

Immagine della Nebulosa di Orione distante 1500 anni luce dalla Terra.  I globuli di materia sono ritenuti dischi protoplanetari in formazione.

Immagine della Nebulosa di Orione distante 1500 anni luce dalla Terra. I globuli di materia sono ritenuti dischi protoplanetari in formazione.

Si tratta di una piccola porzione della Nebuolosa di Orione in cui si possono osservare cinque stelle che stanno nascendo in un inviluppo di gas e polveri; gas e polveri che, legati gravitazionalmente alla stella, andranno a formare con ogni probabilità dischi protoplanetari.

Questa immagine chiude un secolo di dibattiti sulla possibilità e la probabilità di formazione di dischi planetari attorno ad altre stelle: per decenni nel corso del 1900 scienziati e astronomi, hanno cercato, leggi della fisica alla mano, di giustificare l’esistenza di un Sistema Solare come il nostro e di prevedere l’esistenza di altri simili; ma il compito sembrava più arduo del previsto.

Ed ecco che dei puntini in un’immagine segnano una svolta… Sì i sistemi planetari  non solo sono possibili ma addirittura abbastanza probabili. Alla fine del 1993 il Telecopio Hubble osserverà dischi portoplanetari attorno a 56 delle 110 stelle giovani della Nebulosa di Orione.

31 gennaio 1997, esce il secondo album della trilogia chimica dei BluvertigoMetallo non metallo.

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La rivista Rolling Stone posiziona l’album tra i 100 più belli della musica Italiana. Un album ricco di sperimentazione, di cultura musicale, a metà starda tra il rock d’avanguardia di David Bowie e l’introspezione pungente di Franco Battiato. Una ventata di novità nella stagnate cultura musicale italiana.

Suoni elettronici – per l’appunto metallici –  la fanno da padrone accostandosi al decadentismo new wave e a ritmi funcky rock e pop anni ottanta costruendo la base su cui cucire gli acuti testi di Fuori dal tempo, Cieli Neri  e Altre forme di vita.

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Altre forme di vita in particolare coglie in pieno il clima di fine XX secolo: il trionfo dell’evoluzionismo di Darwin da una parte e dall’altra la consapevolezza che  l’universo è immenso:  esistono miliardi di galassie, ognuna formata da centinaia di milardi di stelle e Hubble ci sta dicendo che – con ogni  probabilità – attorno a molte stelle si possono sviluppare dischi planetari…

I pianeti ci sono. I Bluvertigo anche.

Ma i pianeti sono abitabili? Cosa significa abitabile? Cos’è la vita?

Per rispondere a queste domande servirebbe un intero corso di laurea in astrofisica e biologia e forse ancora non basterebbe.

L’unico punto di partenza che abbiamo è questo: noi (esseri animali e vegetali abitanti del pianeta Terra) viviamo. E al momento conosciamo solo questo tipo di vita. Tutto ciò che possiamo metterci a cercare è qualcosa di simile a “noi” e pertanto riteniamo abitabile un pianeta che abbia una certa forma, dimensione, composizione, temperatura, pressione atmosferica ecc.

Con molta onestà la scienza si occupa di ciò di cui si può occupare: cercare indizi di vita come la nostra.

In altre parole non possiamo cercare ciò che non conosciamo: non possiamo cercare Mario Rossi in uno stadio pieno di persone sconosciute se non sappiamo come è fatto Mario Rossi.

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Restringiamo quindi il campo alla vita così come noi la conosciamo: già nel 1953 in laboratorio Urey e Miller sono riusciti a sintetizzare amminoacidi, mattoni base della vita, partendo da una miscela di elementi chimici presenti sulla Terra alle origini; abbiamo trovato composti organici – tra cui ammoniaca (NH3), aldeide formica ( H2Co) e persino un composto simile alla citosina, base del DNA – in comete, pianeti , meteoriti e nubi molecolari.

Abbiamo inviato sonde, studiato composizione chimica, scattato immagini, portato a casa materiale dalla Luna e da Marte ma… Al momento non abbiamo trovato alcuna traccia di vita.

A dirla tutta … non sappiamo nemmeno come esattamente la vita si sia formata sulla terra; è come se  avessimo a disposizione tutti i mattoni necessari alla costruzione della vita (un pianeta roccioso abbastanza grande da avere un’atmosfera, una stella – il sole – ora abbastanza tranquilla, la giusta distanza dal sole, la temperatura giusta, l’acqua, il campo magnetico giusto, il satellite – La luna – in grado di stabilizzare l’orbita, le molecole organiche, ecc. ecc.) e casualmente ad un certo punto quei mattoni si siano ordinati e abbiano formato una casa.

 

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Come? Non sappiamo spiegarcelo. Un banale calcolo delle probabilità fatto dal biochimico Robert Shapiro che si formi per tentativi casuali l’RNA con 20 nucleootidi è di 1 su 10^992. Anche mettendo insieme miliardi di miliardi di galassie formate da miliardi di stelle arriviamo ad avere circa 10^30 stelle: la possibilità che attorno ad una stella di formi l’RNA è praticamente nulla.

Eppure noi ci siamo, seppur improbabili. La scienza deve partire da qui e qui ritornare.

E mentre la scienza e la tecnologia conducono la loro estenuante ed elettrizzante ricerca noi siamo liberi di giocare con le immagini e con i suoni, creando cultura, divertimento e regalando piccole gioie quotidiane alla nostra – così improbabile – vita.

Altre forme di vita

 

Un uomo intelligente

Mettendosi gli occhiali

Ha fatto distinzione

Tra gli esseri animali

E quelli vegetali

In terza media scopro

Che i regni sono 5

Fatti a loro volta

Da generi molto diversi tra loro

Diversi tra loro

Diversi tra loro

Se non esistessero i fiori

Riusciresti ad immaginarli

Se non esistessero i pesci

Riusciresti ad immaginarli

In altre zone di questo universo

È facile da realizzare

Che esiste tutto ciò che io non riesco

Ancora ad immaginare

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano altre forme di vita

Oggi ho fatto tardi

Però mi sembra strano

Che solamente noi

Siamo stati generati dal caso

Questo è un po’ egoista

E poco fantasioso

E forse un po’ cattolico

E poco divertente

Molto presuntuoso

molto limitante.

 

Se non ci fossero i funghi

Riusciresti ad immaginarli

Se non esistessero le alghe

Per esempio

Riusciresti ad immaginarle

Le stelle che riesco a vedere

Sono una piccola percentuale

Esiste tutto ciò che io non riesco

Ancora ad immaginare

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

Forme di vita

Altre forme di vita

Altre forme di vita

Altre forme di vita.