Altre forme di vita – Bluvertigo

E’ il 29 dicembre 1993 e tra un panettone e uno spumante Roberto O’Dell cattura al telescopio Hubble questa foto:

Immagine della Nebulosa di Orione distante 1500 anni luce dalla Terra.  I globuli di materia sono ritenuti dischi protoplanetari in formazione.

Immagine della Nebulosa di Orione distante 1500 anni luce dalla Terra. I globuli di materia sono ritenuti dischi protoplanetari in formazione.

Si tratta di una piccola porzione della Nebuolosa di Orione in cui si possono osservare cinque stelle che stanno nascendo in un inviluppo di gas e polveri; gas e polveri che, legati gravitazionalmente alla stella, andranno a formare con ogni probabilità dischi protoplanetari.

Questa immagine chiude un secolo di dibattiti sulla possibilità e la probabilità di formazione di dischi planetari attorno ad altre stelle: per decenni nel corso del 1900 scienziati e astronomi, hanno cercato, leggi della fisica alla mano, di giustificare l’esistenza di un Sistema Solare come il nostro e di prevedere l’esistenza di altri simili; ma il compito sembrava più arduo del previsto.

Ed ecco che dei puntini in un’immagine segnano una svolta… Sì i sistemi planetari  non solo sono possibili ma addirittura abbastanza probabili. Alla fine del 1993 il Telecopio Hubble osserverà dischi portoplanetari attorno a 56 delle 110 stelle giovani della Nebulosa di Orione.

31 gennaio 1997, esce il secondo album della trilogia chimica dei BluvertigoMetallo non metallo.

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La rivista Rolling Stone posiziona l’album tra i 100 più belli della musica Italiana. Un album ricco di sperimentazione, di cultura musicale, a metà starda tra il rock d’avanguardia di David Bowie e l’introspezione pungente di Franco Battiato. Una ventata di novità nella stagnate cultura musicale italiana.

Suoni elettronici – per l’appunto metallici –  la fanno da padrone accostandosi al decadentismo new wave e a ritmi funcky rock e pop anni ottanta costruendo la base su cui cucire gli acuti testi di Fuori dal tempo, Cieli Neri  e Altre forme di vita.

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Altre forme di vita in particolare coglie in pieno il clima di fine XX secolo: il trionfo dell’evoluzionismo di Darwin da una parte e dall’altra la consapevolezza che  l’universo è immenso:  esistono miliardi di galassie, ognuna formata da centinaia di milardi di stelle e Hubble ci sta dicendo che – con ogni  probabilità – attorno a molte stelle si possono sviluppare dischi planetari…

I pianeti ci sono. I Bluvertigo anche.

Ma i pianeti sono abitabili? Cosa significa abitabile? Cos’è la vita?

Per rispondere a queste domande servirebbe un intero corso di laurea in astrofisica e biologia e forse ancora non basterebbe.

L’unico punto di partenza che abbiamo è questo: noi (esseri animali e vegetali abitanti del pianeta Terra) viviamo. E al momento conosciamo solo questo tipo di vita. Tutto ciò che possiamo metterci a cercare è qualcosa di simile a “noi” e pertanto riteniamo abitabile un pianeta che abbia una certa forma, dimensione, composizione, temperatura, pressione atmosferica ecc.

Con molta onestà la scienza si occupa di ciò di cui si può occupare: cercare indizi di vita come la nostra.

In altre parole non possiamo cercare ciò che non conosciamo: non possiamo cercare Mario Rossi in uno stadio pieno di persone sconosciute se non sappiamo come è fatto Mario Rossi.

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Restringiamo quindi il campo alla vita così come noi la conosciamo: già nel 1953 in laboratorio Urey e Miller sono riusciti a sintetizzare amminoacidi, mattoni base della vita, partendo da una miscela di elementi chimici presenti sulla Terra alle origini; abbiamo trovato composti organici – tra cui ammoniaca (NH3), aldeide formica ( H2Co) e persino un composto simile alla citosina, base del DNA – in comete, pianeti , meteoriti e nubi molecolari.

Abbiamo inviato sonde, studiato composizione chimica, scattato immagini, portato a casa materiale dalla Luna e da Marte ma… Al momento non abbiamo trovato alcuna traccia di vita.

A dirla tutta … non sappiamo nemmeno come esattamente la vita si sia formata sulla terra; è come se  avessimo a disposizione tutti i mattoni necessari alla costruzione della vita (un pianeta roccioso abbastanza grande da avere un’atmosfera, una stella – il sole – ora abbastanza tranquilla, la giusta distanza dal sole, la temperatura giusta, l’acqua, il campo magnetico giusto, il satellite – La luna – in grado di stabilizzare l’orbita, le molecole organiche, ecc. ecc.) e casualmente ad un certo punto quei mattoni si siano ordinati e abbiano formato una casa.

 

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Come? Non sappiamo spiegarcelo. Un banale calcolo delle probabilità fatto dal biochimico Robert Shapiro che si formi per tentativi casuali l’RNA con 20 nucleootidi è di 1 su 10^992. Anche mettendo insieme miliardi di miliardi di galassie formate da miliardi di stelle arriviamo ad avere circa 10^30 stelle: la possibilità che attorno ad una stella di formi l’RNA è praticamente nulla.

Eppure noi ci siamo, seppur improbabili. La scienza deve partire da qui e qui ritornare.

E mentre la scienza e la tecnologia conducono la loro estenuante ed elettrizzante ricerca noi siamo liberi di giocare con le immagini e con i suoni, creando cultura, divertimento e regalando piccole gioie quotidiane alla nostra – così improbabile – vita.

Altre forme di vita

 

Un uomo intelligente

Mettendosi gli occhiali

Ha fatto distinzione

Tra gli esseri animali

E quelli vegetali

In terza media scopro

Che i regni sono 5

Fatti a loro volta

Da generi molto diversi tra loro

Diversi tra loro

Diversi tra loro

Se non esistessero i fiori

Riusciresti ad immaginarli

Se non esistessero i pesci

Riusciresti ad immaginarli

In altre zone di questo universo

È facile da realizzare

Che esiste tutto ciò che io non riesco

Ancora ad immaginare

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano altre forme di vita

Oggi ho fatto tardi

Però mi sembra strano

Che solamente noi

Siamo stati generati dal caso

Questo è un po’ egoista

E poco fantasioso

E forse un po’ cattolico

E poco divertente

Molto presuntuoso

molto limitante.

 

Se non ci fossero i funghi

Riusciresti ad immaginarli

Se non esistessero le alghe

Per esempio

Riusciresti ad immaginarle

Le stelle che riesco a vedere

Sono una piccola percentuale

Esiste tutto ciò che io non riesco

Ancora ad immaginare

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

È praticamente ovvio

Che esistano

Altre forme di vita

Forme di vita

Altre forme di vita

Altre forme di vita

Altre forme di vita.

Part Man Part Monkey – Bruce Springsteen

1925, Dayton, Tennessee, Stati Uniti d’America.

E’ un caldissimo 10 luglio e il professor Thomas Scope è seduto davanti alla giuria. Accanto a lui l’avvocato difensore Clarence Darrow, membro dell’ American Civil Liberties Union  (ACLU) e dalla parte opposta l’avvocato accusatore, il democratico, tre volte candidato alle presidenziali, William Jenning Bryan.

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Thomas Scope, professore in supplenza di biologia e matematica,  è reo (confesso) di aver  violato il Butler Act del Tennessee che vieta di insegnare la teoria dell’evoluzione in ogni scuola statale: il 24 apirle 1925 Scope seguendo il libro di testo parla in classe ai suoi alunni delle teorie di Charles Darwin pubblicate nel 1859 nel libro “L ‘origine della specie” (titolo originale: On the origin of the spieces).

Nella straordinaria opera, Darwin (grazie anche agli studi di A.R. Wallace) individua nella selezione naturale il meccanismo grazie al quale gruppi di organismi di una stessa specie evolvono, uomo compreso. Ed è in quell’opera e nella successiva L’Origine dell’uomo ( titolo originale: The Descent of Man, and Selection in Relation to Sex) del 1871 che Darwin tocca lo scottante tema dell’origine dell’uomo individuando nello scimpanzè non tanto un diretto progenitore quanto un animale che presenta caratteristiche simili a quelle che dovrebbe avere il progenitore del’uomo.

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Fiutando la possibilità di un forte impatto mediatico che possa dare nuova linfa commerciale ad una sconosciuta Dayton e forti del fatto che l’ACLU offre la difesa a chiunque violi il Butler Act, commercianti, manager, politici e avvocati della piccola cittadina si accordano: accusano il professore Scope di aver infranto la legge e fanno in modo che l’eco del caso arrivi alle orecchie di due dei più celebri avvocati degli Stati Uniti.

Photo taken of Clarence Darrow (left) and William Jennings Bryan (right) during the Scopes Trial in 1925

Photo taken of Clarence Darrow (left) and William Jennings Bryan (right) during the Scopes Trial in 1925

Gli ingredienti ci sono tutti per fare del caso Scope uno dei più eclatanti processi che vede contrapposti creazionisti e evoluzionisti, conservatori e modernisti in uno scontro che negli Stati Uniti si ripetererà ( e si ripete ancor oggi) decine di volte coinvolgendo fortemente l’opinione pubblica.

E infatti…

Il processo delle scimmie è il primo interamente trasmesso alla radio; la prima pagina del The New York Times viene dominata dal caso per decine di giorni; più di 200 reporter arrivarono a Dayton dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra per un totale di 22 telegrafisti che si stima inviino circa 165000 parole al giorno.

Il processo si chiude con la condanna di Scope al pagamento di una multa di 100 dollari ( ma verrà successivamente annullamento per vizi di forma) e l’incredibile risultato che altri Stati considerano la possibilità di introdurre leggi che vietino l’insegnamento delle teorie dell’evoluzione con un contorno di vere e proprie crociate anti evoluzionismo e costituzioni di associazioni di creazionisti.

Tutto ciò fino al 1957 quando l’arretratezza scientifica degli Stati Uniti fa da sfondo al lancio del satellite russo Sputnik e  l’America intuisce che è il caso di uscire dall’oscurantismo; ma lo farà piano piano perchè il Butler Act viene revocato solo nel 1968 per anticosituzionalià.

Inherit-the-Wind-poster

La fama di questo porcesso è tale che nel 1955 ne viene ricavata un’opera teatrale Inherit the wind (1955) e nel 1960 l’omonimo film (in Italiano “…E l’uomo creò Satana” )  di Stanley Kramer con Spancer Tracy e Frederic March.

Ma questo non è solo un caso di scienza, è un caso di uomini: di speranze, di fatiche, di lavoro, di credenze e di delusioni.

Ed ecco che il menestrello del New Jersey , Bruce Springsteen, il collezionista di storie e di sogni di uomini, nel 1992 con una sola frase nella canzone “Part man part monkey” annienta un secolo di oscurantismo deridendo chi non sa cogliere quel lato così bestiale dell’uomo. Un argomentazione volutamente banale a sostegno della teoria darwiniana, così evidente da non aver bisogno, speriamo non più, di lunghe argomentazioni.

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E, come per Darwin la via dell’evoluzione dell’uomo segue le regole della selezione sessuale così il Boss individua nell’istinto sessuale il tratto marcatamente animale dell’uomo:

Se mi avessero visto inseguirti l'altra notte, dolcezza, attraverso la giungla 
Avrebbero convocato la giuria e in quattro e quattr'otto emesso il verdetto:
In definitiva: metà uomo, metà scimmia, 

Part man part monkey, pubblicata inizilamente solo come B-side di 57 channel (And nothin’ on) nel 1992, viene eseguita più volte dal Boss durante i concerti ed è inserita nel 1998 nell’album Tracks: una raccolta di B-side e rarità che Bruce Springsteen colleziona dal 1972 al 1998.

Avanti con l’evoluzione…

PART MAN PART MONKEY

They prosecuted some poor sucker in these United States
For teaching that man descended from the apes
They coulda settled that case without a fuss or fight
If they’d seen me chasin’ you, sugar, through the jungle last night
They’da called in that jury and a one two three said
Part man, part monkey, definitely

Well the church bell rings from the corner steeple
Man in a monkey suit swears he’ll do no evil
Offers his lover’s prayer but his soul lies
Dark and driftin’ and unsatisfied
Well hey bartender, tell me whaddaya see
Part man, part monkey, looks like to me

Well the night is dark, the moon is full
The flowers of romance exert their pull
We talk awhile, my fingers slip
I’m hard and crackling like a whip

Well did God make man in a breath of holy fire
Or did he crawl on up out of the muck and mire
Well the man on the street believes what the bible tells him so
Well you can ask me, mister, because I know
Tell them soul-suckin’ preachers to come on down and see
Part man, part monkey, baby that’s me

META UOMO META SCIMMIA
Hanno perseguito dei poveri babbei qui negli Stati Uniti
Perché insegnavano che l’uomo discende dalle scimmie
Avrebbero patteggiato senza tanto chiasso e contese
Se avessero visto me l’altra notte darti la caccia attraverso la giungla, dolcezza
Avrebbero chiamato dentro la giuria e, 1 2 3 emesso il verdetto:
Metà uomo, metà scimmia, è definitivo

Le campane della chiesa squillano dal campanile d’angolo
Un uomo in panni di scimmia giura che non commetterà alcun male
Offre la sua preghiera di innamorato ma la sua anima sta mentendo,
Buia, alla deriva, insoddisfatta
Hei, cameriere, cosa mi tocca vedere…
Metà uomo e metà scimmia, ecco cosa mi sembra

È notte fonda, la luna è piena
Il fior fiore del romanticismo esercita il suo richiamo
Parliamo un po’, e le mie dita si insinuano
Sono forte e schioccante come una frusta

Allora, Dio ha fatto l’uomo alitando il suo sacro spirito
O l’uomo è strisciato fuori dal letame e dal fango?
Beh, l’uomo della strada crede a ciò che dice la Bibbia
Ma tu senti me, signore, perché io lo so:
Di’ a quei predicatori succhiatori d’anime di vedere quaggiù a vedere:
metà uomo e metà scimmia, questo io sono.